TERAMO – «Togliere acqua, togliere la benzina con cui cammina questo aninale vivo, è la prima cosa da fare». Così Sandro Moretti, docente del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Firenze, inviato dal capo della Protezione civile Gabrielli su richiesta della Regione Abruzzo sul disastro geologico di Ripe di Civitella. Oltre un centinaio di ettari in movimento, ieri fino anche alla velocità di dieci metri all’ora: «Ogni frana è un essere a se stante – ha detto l’esperto toscano – e bisogna valutarne attentamente l’evoluzione. Mi sembra un evento abbastanza rilevante. Siamo qui per capire quali altre operazioni più complesse dobbiamo mettere in atto, da allestire attraverso un piano più organico ma soprattutto se la popolazione dovrà subire nuove evacuazioni». Moretti, accompagnato dal professor Mauro Cardinali dell’Istituto di ricerca per la protezione idrogeologica del Cnr di Perugia, sta effettuando in queste ore un sopralluogo assieme al sindaco di Civitella del Tronto, Cristina Di Pietro, sulla "corona" attorno al movimento franoso che interessa questa frazione a oltre 500 metri sul livello del mare, tra un poligono di tiro militare e l’abitato della frazione. Ipotizzando l’intervento sul sistema di acque circostanti – tra cui un paio di laghetti, uno dei quali formatosi con le abbondanti piogge dei giorni scorsi – Moretti ha parlato di una imminente relazione sullo stato geologico con eventuali interventi di stretto monitoraggio. Intanto, il primo esito, atteso nel pomeriggio, sarà quello di una decisione sul destino degli abitanti della frazione del comune di Civitella, oltre i componenti delle famiglie residenti nelle dieci abitazioni sgomberate con ordinanza. La strada provinciale 53, già crollata sotto la spinta della frana a circa due chilometri a monte dell’abitato, viene minacciata ulteriormente a valle dall’attraversamento del movimento di terra: qualor avvenisse un collasso della frana in questo punto, la Protezione civile prenderebbe la decisione di evacuare tuti gli altri residenti.
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